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al testo di Elisa Falciori
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Ci siamo stretti le gambe per ore ed ore ma ora pare mancare l’appoggio caldo ora che mille medaglie vinte alla fiera della gioventù al confine d'una povera vanità brillano di rosso sul petto.
Noi ormai silenziosi nemmeno ci guardiamo nel casolare il tetto di paglia giallastra brucia al sole, senza fumo. Finestre basse accolgono disegni d’edera vene attorcigliate a mani dure e inerti è così strano guardare sotto lenti nere il silenzio passetto lieve, che come un gatto veloce, fugge nella siepe scura nei desideri di ritorni improbabili.
Cado verso il risveglio su labbra che tremano, bandiere piene di stelle opache. Ti ucciderò a metà capitolo, questa notte leggendoti per l'ultima volta tra i fiori gialli di primavera e gli stucchi gessati del pozzo quando impregnati di rugiada si sfarinano nell’alito di un delirio.
Il senso del troppo pieno ci sconvolge un amore monogamo ora ci è impossibile... Immagine di Francesca Woodmann |
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